lunedì 1 dicembre 2014
Trivelle di Stato o trivelle di Regione, quali meglio?
Questa parte del Parco dello Stirone è a rischio Le basse nuvole nascondono il castello di Vigoleno |
Una nota di Manfredo Pedroni
- il 25 novembre 2011 presentavo una prima interrogazione all’Amministrazione Provinciale di Parma con la quale denunciavo la comunicazione della Regione Emilia-Romagna ai comuni della valle dello Stirone, della concessione per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi per avere le osservazioni di Valutazioni di Impatto Ambientale, (molti comuni hanno tenuto tale comunicazione nel cassetto ).
- L’8 marzo 2013 presentavo una seconda interrogazione per denunciare un secondo progetto di perforazioni nei comuni rivieraschi del Fiume PO in Provincia di Parma e Reggio Emilia, con la stessa procedura della precedente denuncia.( I sindaci Hanno fatto sentire il loro dissenso, Parma zitta nonostante una interrogazione comunale e Provinciale).
- Il 15 giugno 2013 presentavo una terza interrogazione per denunciare il rilascio da parte della Regione Eminlia-Romagna dell’autorizzazione ad eseguire ricerca e la relativa estrazione di idrocarburi in località di Monte Ardone, nel comune di Fornovo.( assordante silenzio delle istituzioni)
- a) per l’intera zona pedemontana, che ha al centro il comune di Fornovo Taro, tutt’ora sede di una discarica pericolosa per l’ambiente a testimonianza di errori progettuali che deturpano l’intero panorama in contrasto con le bellezze naturali e i prodotti alimentari eccellenti del territorio;
- b) del silenzio “assenso” (a pensar male spesso ci si prende…) dell’Amministrazione Provinciale di Parma;
- c) dalla totale assenza di pubblicità delle Concessioni, probabilmente per evitare che la popolazione venga informata e nascono polemiche con comitati spontanei di protesta. Solo in ritardo si viene a sapere dei progetti dell’autorizzazioni e delle decisione assunte dalla Giunta Regionale senza nessun coinvolgimento;
- d) della mancata valutazione approfondita del “rischio sismico” (vedi terremoto del gennaio 2012) nei suddetti Comuni interessati dal progetto di installare impianti petroliferi e oleodotti per il trasporto del greggio eventualmente estratto,
- e) per l’ennesimo consumo di territorio agricolo minacciato da tale piano, terreno ora predisposto alla coltivazione del foraggio per la produzione del Parmigiano – Reggiano, terreno che verrebbe consumato da installazioni atte a piattaforme di perforazione, da nuove strade per il transito di autocarri in piena campagna, senza un preventivo riscontro di giacimenti “tecnicamente interessanti”;
- f) per l’inquinamento visivo costituito da eventuali impianti per la perforazione, che deturperebbero il paesaggio della nostra pianura e collina;
- g) per l’eventuale inquinamento olfattivo che tali attività provocano, che disturberebbe oltre ai residenti, la presenza turistica storico – culturale – enogastronomica. Nella zona vi sono diversi stabilimenti di stagionatura del “ Prosciutto”, caseifici per la produzione del Parmigiano-Reggiano, prodotti tipici e caratteristici della provincia di Parma;
- h) dell’inquinamento dovuto all’incremento del traffico stradale costituito da autocarri e macchinari vari per le perforazioni;
- i) dal fatto che, invece di incentivare la ricerca e lo sviluppo di energie pulite e rinnovabili, si incentivino ancora, investimenti in energie di origine fossile che, oltre a essere anacronistici, portano a indubbi e facilmente verificabili danni ambientali, in un territorio come il nostro, densamente popolato e ricco di criticità sismiche, idrico – geologiche e al tempo stesso ricco di storia, arte, cultura e produzioni enogastronomiche che tutto il mondo ci invidia;
- j) dal fatto che, come è facilmente verificabile che in casi analoghi, i vantaggi di questo tipo di attività sono riservati soltanto alle società-imprese di perforazione, che acquisiscono i diritti di estrazione, mentre per le popolazioni coinvolte si hanno solo evidenti disagi.
A mio parere la battaglia va fatta perché la nostra Regione adotti il Piano di Valutazione di Impatto Ambientale, con il contributo dei Comuni e delle Province entro il termine previsto dal Decreto, per salvaguardare il nostro territorio e per quello che Madre natura ci ha Donato.